Sonia Bracciale è stata condannata a 21 anni di reclusione perché riconosciuta mandante dell’omicidio del marito, Dino Reatti, avvenuto ad Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, nel giugno 2012…
Sonia Bracciale aveva 44 anni all’epoca dei fatti, quando il marito, Dino Reatti, fu ucciso. Secondo la ricostruzione a carico della donna, sarebbe lei la mandante del delitto, un omicidio sconvolgente per il quale si sarebbe sempre detta innocente. Franca Leosini la intervistò durante la detenzione nel carcere di Dozza, a Bologna, dove è stata destinata a scontare la sua pena a 21 anni di reclusione dopo la sentenza di condanna.
Chi è Sonia Bracciale?
Sonia Bracciale è la protagonista di un caso di cronaca nera che risale al 2012 e che riguarda la morte del marito, Dino Reatti, allora 48enne, assassinato a sprangate la notte tra il 7 e l’8 giugno dello stesso anno ad Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna.
"Nel carcere della Dozza si fanno tante cose, io lavoro e trovo molta gentilezza e cortesia. Ora studio giurisprudenza e vorrei diventare avvocato penalista. Credo ancora nella giustizia.”#SoniaBracciale #StorieMaledette pic.twitter.com/hUV8Ie0dAH
— Storie Maledette (@StorieMaledette) June 14, 2020
44 anni all’epoca dei fatti, Sonia Bracciale era sposata con Dino Reatti, professione artigiano, e secondo la ricostruzione di Franca Leosini, che la intervistò a Storie Maledette, si sarebbe circondata di amanti e continua a dirsi estranea alla morte dell’uomo dal quale, all’epoca, si stava separando. Per i giudici, però, sarebbe stata proprio lei la mandante del delitto.
Il processo a Sonia Bracciale e la condanna per l’omicidio Reatti
Sonia Bracciale, detta “Sosò“, sarebbe stata condannata a 21 anni di carcere perché ritenuta la mandante dell’omicidio di Dino Reatti.
Come riportato Ansa, due uomini, Giuseppe Trombetta e Thomas Sanna, sarebbero stati condannati a 16 e 14 anni di reclusione nel processo a loro carico con rito abbreviato perché riconosciuti esecutori materiali del delitto.
I due, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbero stati istigati da Sonia Bracciale, all’epoca impegnata in una relazione con Sanna.
Nel 2022, la Corte d’Appello di Ancona avrebbe dichiarato inammissibile la richiesta di revisione del processo avanzata dalla donna, che sconta la sua pena nella casa circondariale Dozza di Bologna.